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Influencer e sponsorizzazioni su Instagram: dov'è finito l'hashtag?

Gli utenti di Instagram sono sommersi quotidianamente da post e storie che riguardano momenti di vita, passioni, notizie ma non solo: in mezzo a questo calderone social non è difficile imbattersi in vere e proprie immagini finalizzate alla promozione di prodotti destinati alla vendita, celate a volte da post e storie di vita (benvenuti nel mondo degli Influencer) a cui viene aggiunta solamente una menzione del Brand sulla sia di una vera e propria collaborazione commerciale; e se parliamo di collaborazione remunerata in denaro a questo punto ci chiediamo se esistano delle regole da rispettare poiché, quanto pare, gran parte degli Influencer sembrano fare orecchie da mercante.


Esiste una legge in Italia?


Purtroppo no, ad oggi non esiste in Italia una legge che regoli la sponsorizzazione sui Social tantomeno che stabilisca delle sanzioni per chi è solito trasgredire (come accade invece negli States).

Esiste tuttavia uno spiraglio e a tal proposito conviene citare il Codice del consumo (2005), che raccoglie tutta la normativa a tutela del consumatore, e la Digital Chart dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria, alla quale le aziende devono attenersi nel commissionare campagne agli Influencer. Se poi aggiungiamo anche l'Antitrust (il cui intervento è stato però giudicato insufficiente dall’Unione Nazionale Consumatori), dovremmo quantomeno sperare in un modus operandi che non cozzi con la regola del buon senso; eppure sono ancora molti ad operare una sponsorizzazione (spesso compulsiva ossessiva), noncuranti di apporre alcuna sigla prima della menzione al Brand di turno.


La presa di posizione della Guardia di Finanza


A tal proposito è intervenuto il Generale Giampiero Ianni, comandante del nucleo speciale della Guardia di Finanza che opera anche in collaborazione con l'Antitrust: in una intervista a l'Espresso afferma

«Continueremo a monitorare tutte le piattaforme digitali anche in futuro: non solo i personaggi molto conosciuti, ma anche soggetti noti tra gli addetti ai lavori, per rilevare eventuali violazioni del Codice del consumo».

Un treno che va a Paradiso città

Si parla di cifre da capogiro che coprono un range monetario tra 2mila e i 20mila euro, o forse più : un vantaggio economico, un'isola felice divenuta accessibile anche ad inetti o persone prive di particolari abilità: tutto ciò che conta per un'azienda in cerca di un testimonial sono i numeri in termini di followers e quindi popolarità. E non importa come arrivarci: il treno per il successo passa lungo binari televisivi e non ferma quasi mai nelle stazioni intermedie dell'etica e della trasparenza. Proprio il raggiungimento di quest'ultima è il fine ultimo dell’Unione Nazionale Consumatori e del suo Presidente Massimiliano Dona che dichiara:

“Siamo soddisfatti nel verificare come vi siano influencer scrupolosi che utilizzano l’hashtag #ad, ma sono ancora molti coloro che ovviano a questa regola; chiaro come la strada per una totale trasparenza sia ancora lunga."

Nuovi possibili scenari


Siamo tutti concordi (forse meno gli Influencer) che il fenomeno richieda una legislazione specifica sulla sia dell'esempio statunitense e britannico dove è stato adottato un sistema mediante il quale i web influencer devono specificare, inserendo un “hashtag”, (#ad o #sponsored) quando stanno facendo operazioni di marketing.

L'Italia invece è ancora ferma al 2017, quando nel mese di Giugno si tentò una regolamentazione a tutela dei consumatori, molte volte inconsapevoli della sponsorizzazione in atto, perché astutamente celata da particolari atteggiamenti e contesti.

Il consumatore deve poter identificare un post, un video o una storia che abbia finalità diverse dall'intrattenimento e di conseguenza poter scegliere se continuare o meno la visione dei contenuti proposti.

Per ora quindi non possiamo far altro che affidarci ad Influencer intellettualmente onesti e soprattutto dotati di etica personale e professionale: sarà forse come cercare un ago nel pagliaio ma dicono che talvolta la speranza sia l'ultima a morire.


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